I CADUTI: Giovanni Mario Binel (Alpino) Mario Alberto Charles (Monti) Renato Nicco (Renato)

Una serie di articoli raccoglie, per ogni partigiano caduto, i documenti e i materiali prodotti dagli alunni nell’ambito del progetto “La Memoria Salvata”.

23 APRILE 1945 ….. (racconto “in prima persona” utilizzato nell’evento- spettacolo del 22 aprile 2016)

AA DONNASMario: “La mattina del 23 aprile 1945, io e Giovanni scendiamo da Albard e raggiungiamo il paese, Donnas, Siamo già sulla strada statale, vicino alla Berriou quando incontriamo un gruppo di ucraini. C’erano molti ucraini nell’esercito tedesco, si erano arruolati con i nazisti, in cambio della promessa di poter creare, alla fine della guerra, una repubblica indipendente.
Noi li chiamavamo Russi e li temevamo particolarmente, li consideravamo rozzi, ubriaconi e violenti.
Comunque, incontriamo questo gruppo di ucraini; Io avevo una pistola nascosta sotto la giacca, infilata nella cintura. Loro la vedono, estraggono le armi e ci intimano di fermarci. Cerchiamo di scappare, ma gli ucraini iniziano a sparare. A terra rimane Renato, che ci stava raggiungendo lungo la strada.
Subito dopo anch’io vengo colpito a morte.”

Giovanni: “Io, invece, vengo catturato. I militi mi portano al comando tedesco di Pont-Saint-Martin e lì vengo torturato in ogni modo. Il giorno dopo, il mio ultimo giorno, mi riportano a Donnas, vicino a La Balma, dove vengo fucilato.
I miei compagni, partigiani della 16° brigata Linty-Matteotti, hanno tentato di assalire un gruppo di nazifascisti per negoziare il mio rilascio, il tentativo è fallito e la mia morte è la risposta dei tedeschi.”

“È il 24 aprile 1945, ce l’avevamo quasi fatta …”

TESTO PANNELLO

Il 23 aprile 1945, Giovanni Binel e Mario Charles, giovani partigiani appartenenti alla brigata Linty-Matteotti, scendono in paese da Albard.
Nei pressi della Berriou, il passaggio che dalla statale porta nell’antico borgo, vengono però sorpresi da alcuni ucraini (1). Charles viene ucciso e nello scontro a fuoco muore anche Renato Nicco, che in quel momento si trovava a passare sulla strada. Binel, invece, viene catturato e condotto al comando tedesco di Pont-Saint-Martin dove sarà torturato in ogni modo.
Il giorno seguente, 24 aprile, i partigiani si appostano nelle vicinanze della frazione La Balma per catturare due ufficiali nazifascisti, che sarebbero dovuti giungere a Donnas da Pont-Saint-Martin, e poter così negoziare la liberazione di Binel. Il piano però fallisce, poiché l’attesa si rivela vana.
Essi decidono, allora, di assalire tre militi che stanno transitando in zona, ne consegue una sparatoria durante la quale un soldato è ucciso e un secondo ferito.
Poco dopo Giovanni Binel è trasportato sul luogo dell’agguato e fucilato.

NOTA (1) All’inizio della seconda guerra mondiale in Ucraina, territorio all’epoca facente parte dell’URSS, era presente un forte movimento nazionalista che si alleò con la Germania, confidando nella promessa di poter costituire una repubblica autonoma. Molti Ucraini furono perciò arruolati nelle truppe tedesche e operarono anche in Italia. Negli anni 1944-1945 furono segnalate presenze consistenti di soldati ucraini in varie zone della Valle d’Aosta, soprattutto tra Châtillon e Pont-Saint-Martin. (tratto da Roberto Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta, Musumeci )

1_LAPIDE_CHARLES&NICCO_donnas

1_LAPIDE_BINEL_donnas

 

 

 

 

 

 

 

Le lapidi si trovano a Donnas, la prima in via Roma, la seconda in via Binel.

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